logo

Via Don E. Barattin, 27

32010 Chies d'Alpago (BL)

Codice fiscale 93044310253

info@caialpago.it

+39 349 7421635

Soccorso alpino
logo

Via Don E. Barattin, 27

32010 Chies d'Alpago (BL)

Codice fiscale 93044310253

info@caialpago.it

+39 346 9436546

Carota

 

Vi trovate in località Carota a 1000 metri sul livello del mare, anticamente indicata con l’oronimo “Stàol de Plois”.

Questo luogo è un antico insediamento rurale composto da casere e stalle, ora in parte modificato con ristrutturazioni e la costruzione del nuovo Rifugio Carota. Il toponimo Carota potrebbe derivare da un recipiente cilindrico a doghe perforate usato per mettere a sgocciolare la ricotta fresca.

Da questa località è possibile raggiungere il Rifugio Dolomieu al Dolada a 1492 m di quota sia a piedi, percorrendo un sentiero, sia in auto praticando una strada asfaltata di 5,5 chilometri.

Dal rifugio partono due sentieri CAI, entrambi per escursionisti esperti: il n.961 che in un’ora e mezza conduce in vetta al monte Dolada a quota 1938 metri e il n.905 che dirigendosi a Nord-est porta in cima al Col Mat a quota 1981 metri.

Quest’ultimo è il secondo tratto dell’Alta Via 7 dedicata all’alpinista austriaco Lothar Patèra che per primo ‘la disegnò’ ai primi del ‘900. L’alta Via 7 parte da Soccher a quota 480 metri e prevede la prima tappa al rifugio Dolomieu, la seconda al Bivacco naturale di Val Bona, la terza al bivacco Toffolon, la quarta al rifugio Semenza per concludersi con una lunga e panoramica discesa a Tambre. Circumnavigando la conca dell’Alpago in cresta questa Alta Via rappresenta una vera e propria traversata in quota del territorio che richiede grande esperienza, fatica e preparazione fisica, regalando paesaggi unici immersi nel silenzio e viste mozzafiato sui principali gruppi delle Dolomiti Bellunesi e Friulane.

Una delle peculiarità di questa traversata è la totale assenza di acqua. Il percorso infatti si sviluppa per la maggior parte su creste calcaree soggette a carsismo che non consentono il ristagno o la circolazione superficiale dell’acqua. I mesi indicati per percorrere questo itinerario sono quelli da luglio a settembre, quando risultano aperti anche gli unici due rifugi del gruppo.

Nelle vicinanze del rifugio Dolada vi è la possibilità di praticare l’arrampicata sportiva ed il volo libero. A pochi minuti dal rifugio si trova una falesia esposta a sud ed allestita con vie di vario grado, mentre adiacente al rifugio è posto il decollo per parapendio e deltaplano. Questa terrazza naturale sull’Alpago è il luogo ideale per gli appassionati del volo libero che provengono da tutta Europa.

La vegetazione forestale di quest’area è caratterizzata principalmente da due diversi ambienti. Nella parte inferiore, dove vi trovate, siamo in presenza di alberi di nocciolo, carpino, frassino, faggio, sono presenti anche il noce, il larice e l’abete rosso. Questa tipologia di bosco viene definita “ceduo”, dal latino “caedo” ovvero taglio, in quanto viene tagliato regolarmente a periodi costanti per ricavarne legna da ardere. Nella parte superiore invece l’aspetto cambia totalmente, la vegetazione infatti è costituita prevalentemente da pino nero con presenza di larice. Queste piante, pioniere per la colonizzazione di suoli poveri e poco profondi, negli anni ‘50-‘70 del secolo scorso sono state utilizzate per rimboschire quelli che fino ad allora erano stati pascoli montani. Degna di nota la faggeta posta ad ovest del rifugio Dolada attraversata dal sentiero CAI 961.

A spiccare fra la fauna autoctona il capriolo, il cervo e il camoscio. Da segnalare la Presenza di mufloni che però sono stati importati dalla Sardegna dai cacciatori negli anni ‘80.

Newsletter

Archivi
Categorie